Voterò la fiducia al governo, sia oggi che domani. Per due ordini di ragioni. In primo luogo, perché resto fedele ad un modo (antico? certamente…,antiquato? non credo…) di stare in un partito ed in una assemblea elettiva, che mi porto dietro fin dagli albori della mia esperienza politica ed istituzionale. Si discute “senza peli sulla lingua”, anche animatamente, negli organismi interni, senza timori reverenziali e facendo valere il proprio punto di vista, ma una volta che si è democraticamente assunta una decisione, essa impegna, vincola ciascuno ad essere leale e disciplinato, ed a votare conseguentemente.
Inoltre, c’è una seconda ragione, stavolta di merito. L’Italicum non è il massimo delle leggi elettorali, soprattutto dopo che la minoranza del partito, inspiegabilmente, si è battuta per reintrodurre il sistema delle preferenze. Ma il punto non è questo. Voterò la fiducia perché una legge elettorale che garantisca stabilità di governo è necessaria, e soprattutto perché è impensabile che possa essere messa in discussione la continuità dell’azione del governo nel momento in cui iniziano a cogliersi i primi segnali di ripresa.
Non facciamoci del male.