Ieri pomeriggio ho partecipato ad una riunione con il ministro dei Trasporti, on. Lupi, e con l’amministratore delegato di Alitalia, dott. Del Torchio, insieme ad una delegazione di parlamentari di Roma e provincia. Per il Pd, oltre al sottoscritto, erano presentI i colleghi Stefano Fassina e Monica Gregori.
Si è fatto il punto, come da noi richiesto, sulla situazione riguardante la vertenza Alitalia, ed in particolare sulle ricadute occupazionali derivanti dall’accordo con Etihad.
Nella sua relazione introduttiva, l’ad Del Torchio, numeri alla mano, ci ha fornito una fotografia attuale della vicenda. Alla firma dell’accordo con la compagnia araba, il totale degli esuberi ammontava a 2251. Secondo l’amministratore delegato ad oggi il numero di persone in mobilità, ovvero di quanti restano “appesi” ad una situazione di incertezza per il futuro, è pari a 426 unità. Come si è arrivati a questa cifra, è presto detto:
1) 200 riqualificati e ricollocati in Alitalia
2) 250 esuberi in meno tra gli assistenti di volo
3) 52 licenziati tra lavoratori stranieri in sedi estere
4) 151 in pensione
5) 28 dimissioni
6) 640 uscite volontarie con incentivo economico
7) 10 nel “mille miglia”
8) 200 esternalizzati in Atitech ( dopo periodo di formazione)
9) 47 nella Security ( Italpol)
10) 69 IBM international ( informatica)
11) 120 con altri fornitori di Alitalia
12) ci sono inoltre offerte di lavoro ad Abu Dhabi per 200 persone ( in 100 hanno accettato)
Per i restanti 426 lavoratori ad oggi in mobilità il percorso prevede, attraverso una triangolazione tra Regione Lazio, ministero del Lavoro ed Enac, la creazione di un “bacino” da cui attingere mano a mano che lo sviluppo della nuova Alitalia e dell’aeroporto di Fiumicino veda crescere le occasioni di lavoro.
Inoltre, Del Torchio si è soffermato sulla necessità di realizzare a Fiumicino un forte Polo Tecnologico delle Manutenzioni, intanto salvando AMS anche con l’apertura del capitale ai giordani di Pan Med. Oggi, infatti, viviamo il paradosso che la gran parte della manutenzione di Alitalia venga fatta in Israele, nonostante le grandi potenzialità e professionalità che esistono nello scalo romano.
Da parte mia e dei colleghi PD presenti sono state avanzate alcune considerazioni e qualche perplessità. Anzitutto, pur valutando positivamente nel suo complesso l’operazione Etihad, abbiamo notato che per i lavoratori in mobilità, di fatto, non esistono certezze su una prospettiva di ricollocazione. Inoltre, abbiamo toccato tutta la vicenda dell’handling, dove i licenziamenti sono nel’ ordine delle diverse centinaia. E ancora, la necessità di sviluppare seriamente il Polo Manutentivo, anche attraverso una collaborazione tra AMS e settore Difesa. Infine, proprio io ho sottolineato il ruolo totalmente insufficiente che hanno avuto sia Poste Italiane che Adr nel sostenere la ricollocazione dei lavoratori.
Continueremo a monitorare la questione, anche replicando occasioni ufficiali come quella di ieri.