Personalmente ritengo che per una discussione valida e proficua sull’area metropolitana di Roma, il Partito Democratico debba uscire dalla vecchia logica di contrapposizione Città-Provincia e iniziare a pensare realmente a come riorganizzare sia a livello istituzionale che politico la nuova Città Metropolitana.
Per questo motivo ho deciso di non firmare il documento approvato lo scorso 11 luglio dalla Direzione del PD della Provincia di Roma, che chiede esplicitamente di concedere il vice-sindaco della futura città metropolitana ad uno dei comuni non capoluogo.
La discussione sull’Area metropolitana non può infatti essere ridotta ad una questione di nomi e poltrone, ma deve essere all’altezza della sfida che ci troviamo davanti. Una sfida che riguarda il futuro sviluppo di un’area che conta più di 4,3 milioni di abitanti e che quindi deve essere affrontata con il giusto metodo e programmazione.
Rinnovare il dualismo Città-Provincia non giova a nessuno.
La Politica ed il Partito Democratico devono anzi porsi il problema di come portare avanti quell’integrazione politico-istituzionale fondamentale per dare una struttura di governo efficace alla nuova area metropolitana.
Un’integrazione già ampiamente avvenuta a livello sociale ed economico.
In questo solco si inserisce anche la necessità di costituire una Federazione unitaria del PD, in grado di adeguarsi ai nuovi assetti istituzionali e politici.
Come vogliamo orientare lo sviluppo del nostro territorio per i prossimi 10-20 anni, come vogliamo aumentare l’efficienza dei servizi, tagliare i tempi della burocrazia e incrementare la capacità di dare risposte coerenti ed immediate ai problemi dei cittadini: sono queste le questioni prioritarie su cui impostare la discussione nei prossimi mesi.
Sono questi i criteri con cui farò le mie valutazioni e prenderò le mie decisioni durante le prossime settimane.
Emiliano Minnucci